Intervista a   PAOLO TREBINI   di Fulvio Spagnoli

www.ilcorto.it - Paolo Trebini regista

Fulvio: Paolo Trebini, regista cinematografico e teatrale. Il tuo pensiero.

Paolo: Essere un regista, sia teatrale che cinematografico, significa raccontare una storia attraverso l’elemento più difficile: l’uomo 

Perché?
 
Perché, anche se  molti sostengono che sia una grande cosa, l’uomo pensa
 
Dal tono della tua voce percepisco: “chi pensa avvelena anche te! …digli di smettere!
 
Il problema non è che l’uomo pensa ma che pensa cose sbagliate, soprattutto se è un attore
 
Ahi! …ti stai facendo un po’ di amici!
 

Si, indubbiamente! …gli attori credono di sapersi auto-gestire, sia durante uno spettacolo come sul set …invece no! …hanno bisogno di qualcuno che li guidi, ossia di chi li segua, chi gli indichi la strada, chi li accompagni nel camino dello spettacolo …io ritengo che il rapporto che ci deve essere tra registi ed attori non possa essere una democrazia, nel senso che il regista dice e decide e l’attore fa …fino alle prove ci si può confrontare indubbiamente su ogni idea, poi la parola del regista è l’unica che conta …e questo in particolare ora, che lo spettacolo è diventato, in generale, merce: se ne vede ovunque, e sembra che chiunque possa farlo …questo ha fatto si che gli attori hanno assimilato una sorta di sicurezza ed autostima che è priva di ogni fondamento e validità 

Qualche eccezione?

… veramente poche … e più nelle donne che negli uomini: le donne si mettono in gioco di più, sono più incline e capaci ad ascoltare rispetto ad un uomo; quest’ultimo, invece, pensa di essere già un attore …e a molti attori sfugge il concetto base del loro ruolo: e quindi pensano…e,come dicevo prima, è la cosa più sbagliata che un attore possa fare
 
Dopo questa spennellata, dicci che cosa è per te un personaggio …anche se penso che a questo punto la risposta rimanga un discorso teorico, viste che gli attori li abbiamo già uccisi e seppelliti tutti o quasi
 
 Il personaggio è un vestito perfetto …il problema del personaggio è trovare la persona da metterci dentro
 
…si, va bene, ma proviamo a parlare del vestito
 
È perfetto perché è stato pensato per agire in quella situazione
 
…alt …mi consenta! …abbiamo visto da poco il film del Festival del Corto (Roma, 9-23 ottobre; n.d.r.): insieme, tutte le sere, ci siamo fermati a commentare ciò che avevamo visto; e da questo nostro lavoro è emerso che non sempre, e siamo molto eleganti in questa affermazione, gli sceneggiatori pensano (ed i registi riescono a non esprimersi) né ad una storia intesa in senso compiuto, né tanto meno, ai personaggi della storia stessa; insieme abbiamo sentito giustificare tali comportamenti dietro la definizione “film d’autore”, ossia un modo elegante per provare a nascondersi dietro un dito dicendoci “come? …non hai capito? …non hai la dovuta preparazione cinematografica...”, ossia “spostando” (leggasi come meccanismo psicologico di difesa dell’Io) la loro incapacità espressiva in ignoranza altrui …e non vado oltre perché non ci compete analizzare se tale realtà sia legata o meno alla loro piena maturazione psichica
 
…quello perché oggi si tende a generalizzare il lavoro
 
Per te che differenza c’è tra il regista che scrive e gira il proprio lavoro da quello che gira testi altrui.
 
Io ritengo che sia più semplice lavorare su testi non propri
 
Altri con la A maiuscola, naturalmente…
 
Certamente! Altri Autori, perché un autore che si possa definire tale, è una persona che non pensa alla regia, alla messa in scena di quello che sta scrivendo …mentre il regista deve pensare di mettere in scena dei personaggi: riallacciandomi a quello detto prima, relativamente alla confusione che c’è oggi, ci sono molte persone che fanno gli autori, gli attori, i registi …fanno tutto da soli
 
…teoricamente sarebbe una cosa perfetta
 
…si è l’utopia perfetta; come idea è il non plus ultra: conosci profondamente, visceralmente il personaggio, però praticamente dico che è difficile più che impossibile
 
Abbiamo avuto le dovute eccezioni: Eduardo, Dario Fo, Carmelo Bene, per te che ami il teatro
 
si, certamente, ma sto parlando dei comuni mortali adesso …loro erano oltre, un altro livello …per esempio, in teatro, le auto-regie, e con parti importanti da recitare, un ragazzo che non è un Gigi Proietti
 
…e ce ne sono, eh!
 
…direi che è pieno …ne abbiamo a secchiate …si sta sviluppando sempre più questa tendenza a “faccio tutto io” con risultati totalmente …invedibili, sia in teatro che in cinema …soprattutto in cinema
 
…è normale, quanto tu dici: un “non genio” che non ha avuto l’umiltà di far passare il suo lavoro in tante mani e ricevere altrettanti giudizi …assistiamo all’esplosione di quell’Io di cui stiamo parlando
 
Hai solo una visione del lavoro che potrebbe non essere idoneo …è vero che sono soltanto otto anni che faccio questo lavoro, ma geni, ossia persone che siano veramente sopra, che abbiano la capacità di vedere oltre, non ne ancora conosciuti …coloro i quali hanno fatto dei bei lavori, sia nel cinema che nel teatro, è perché avevo una squadra alle spalle, collaboratori incredibili, nel senso che credeva in quello che stavano facendo, dando anima e corpo in quello
 
Pertanto tu preferisci lavorare su testi altrui
 
Si, anche perché non mi reputo un bravo autore …ho scritto qualche cosina, anche carina, ma da li ad una grande opera ce ne passa
 
Riconoscere questi tuoi limiti ti fa onore …molti, invece
 
…quindi piuttosto che mettere in cantiere una cosa mediocre, mia, prendo un’opera di qualcuno che riconosco come grande, e metterla al meglio come regista, anche stravolgendola
 
…certo, filtrandola con la tua personalità
 
Questa, penso sia la cosa migliore …anche perché partendo da un pezzo ottimo, è più facile metterlo in scena …il testo mediocre ti impegna in una assurda arrampicata sugli specchi, ossia arrangiarsi a sistemare delle situazioni che spesso non stanno ne in cielo ne in terra
 
Concordo! …è inutile spremere una rapa: non ne uscirà mai il sangue. Ora dicci che cos’è per te un cast tecnico?
 
…oggi come oggi: un utopia! …nel senso che ci sono molte persone che sanno fare molto bene il proprio mestiere. Il problema sorge quando si deve collaborare: quando più persone devono collaborare per un unico fine, cominciano a sorgere dei problemi, degli attriti che non avrebbero la benché minima giustificazione ad esistere
 
…e questa gente non potrà mai lavorare nel cinema
 
Interagire per tirare fuori un film od uno spettacolo teatrale è fondamentale …collaborare è la cosa fondamentale per quell’unico scopo: molti sono convinti che basta “fare il loro” e tutto va per il verso giusto
 
Io come regista mi accontenterei di chi fa bene il loro lavoro …il resto me la vedo io! …magari a trovarli
 
Vedi però, chi fa il suo e basta deve aver seminato in te una grande fiducia da potergli lasciare fare il suo lavoro
 
Per parlare con il linguaggio di programmazione, quella del regista è una relazione “uno a molti”, una sorta di rete “stellare” con te al centro
 
Secondo me non basta
 
Sono d’accordo: ma io mi accontenterei
 
Creare un cast tecnico in cui gli uni che sappiano collaborare con gli altri è veramente difficile: in queste condizioni il lavoro di regia diventa ancor più pesante: subentra la fastidiosissima attività di dover far da paciere tra gli attriti tra i vari componenti; e questo non è possibile su un set, perché deve essere una scatolina magica, dove tutti devono essere al corrente di quello che sta accadendo, pronti ad intervenire di fronte ad ogni emergenza di chiunque altro del cast; perché se viene fatta una richiesta c’è un motivo
 
Sicuramente …quasi sempre
 
Si, quasi sempre
 
secondo te, oggi c’è il cinema in Italia?
 
È una provocazione?
 
Non lo so …fai te
 
In Italia ormai c’è la fiction TV, il cinema è stato soppiantato da quella scatola che è la televisione
 
…una volta scatola …ora, con gli LCD
 
Nella fiction ci sono molte capacità che sono vendute, prostituite per il mercato
 
Concordo pienamente: ho lavorato con attori che hanno fatto delle particine in fiction: professionalmente devastati dal modo in cui si lavora in tale settore
 
A forza di fare cose simili è ovvio che perdi di vista quello che significa essere un vero essere attore, quella che è una vera recitazione …molte capacità sono sprecate in questa maniera …anzi:  accade che si confonda la qualità artistiche dell’attrice con le sue qualità fisiche: c’è una e richiesta fortissima di…( contemporaneamente Paolo con le mani mima alcune parti del corpo femminile)…
 
Fondo schiena e seni (mi sono auto-censurato: nell’originale ho usato altri sostantivi; n.d.r.)
 
Fondamentalmente si, …si vuole vedere quello: fine! …ci vengono mostrate storie intricatissime con una marea di personaggi, in fin dei conti  poi inesistenti, che non hanno il benché minimo scopo nella trama
 
Una pletora di “figuri”, di chiara provenienza collodiana
 
Si perde di vista quella che potrebbe essere una storia dal plot (trama; n.d.r.) sensato, che dica qualcosa …ed il vero guaio è che la gente vuole vedere pettegolezzi
 
Bravo! …da una precedente intervista è emerso che la fiction ha preso il posto del fotoromanzo
 
Pienamente d’accordo! …quello che sta con quella, ma se la fa con la figlia della zia di …è una cosa …insomma, non ci sono più storie: quando spegni la televisione non ti rimane niente oltre l’intrattenimento.
Il cinema in Italia non c’è: è fallito; e a pensare che abbiamo avuto i più grandi maestri che hanno insegnato a fare cinema a mezzo mondo, ed ora viviamo il peggiore scadimento.
 
A chi o a che cosa imputeresti la colpa di questa decadenza?
 
Le origini sono molteplici: potremo parlare di politica, potremo parlare di politica estera, soprattutto…
 
Ossia
 
È stato riconosciuto che in Italia arrivano film solo da una certa parte del pianeta
 
Ti stai riferendo ad un colonialismo culturale
 
Dal resto del pianeta, di cinema, ne arriva col contagocce
 
Dai, quello orientale è tra noi
 
No! …dobbiamo stare attenti: non è vero! …perché in questi ultimi anni abbiamo visto molti film dalla zona Cina-Giappone, però si tratta di pellicole girate si in quei luoghi con attori indigeni ma con una sceneggiatura tipicamente Americana: vedi quei splendidi capolavori quali “La figlia del dragone”, “Hero” rispondono ai canoni strutturali occidentali. Se li paragoniamo a quelli di Kurosawa o Ejzenstejn, ci troveremo totalmente di fronte un altro genere di film che rispecchiano un’altra mentalità;
 
…l’espressione di un’altra cultura
 
 E, verso questa mentalità, noi siamo stati piano piano “abituati”; ancor peggio, le generazioni dei vent’anni d’oggi, ossia coloro i quali hanno tra i quindici ed i venticinque, ci sono addirittura cresciuti;
…e, come nel caso della cultura orientale, essendo “diversa”, la si giudica senza conosce perché non si è mai vista
 
non pensi che questo dipenda anche dalla “critica” cinematografica, che “colone” dell’industria cinematografica, pompa solo in una direzione?
 
Si! ...qui probabilmente mi attiro le fucilate dei cecchini
 
Prego! …si accomodi
 
…mettiamola in maniera dolce: non capisco la figura professionale del “critico cinematografico”, come di quello teatrale od artistico …uno che ha una grande cultura cinematografica: anche se, supponiamo, che abbia visto tutti i film degli ultimi venti anni, e si ricorda benissimo tutto, in ogni caso mi può dare una “sua” visione …e io non posso prendere “quella” come la verità sul “pensiero” di un regista, di uno scrittore, di uno sceneggiatore …probabilmente neanche il regista o lo sceneggiatore è in grado di dirmi che cosa voleva dire in un film …quando si gira un film si hanno migliaia di input che poi sono il film finale, quindi affermazioni come “con quel film voleva dire” e questa è la verità perché io sono un critico, quindi te la posso dire, a me non tornano i conti
 
Sono d’accordo con te: ma il pubblico va al cinema in base alle recensioni
 
Purtroppo si: questi “commentatori” hanno molto credito
 
Posso provocarti?
 
vai
 
un regista, “teoricamente”, dovrebbe aver a che fare anche con i produttori
 
indubbiamente! Un produttore, per investire i suoi soldi in un film, deve crederci …deve credere che quel film gli possa portare un guadagno
 
ora stai parlando anche della distribuzione
 
si, certo …quindi il regista deve far conoscere al produttore l’opera che vuole realizzare; il problema è che molti produttori vogliono subentrare nella parte artistica …vogliono porre dei paletti, per vendere di più
 
allora non parlerei di “artistica”, ma di contenuti
 
no, no! proprio sulla parte artistica: ad esempio, mettono le mani su una scena per cambiare la location in quella di un negozio a cui fare pubblicità
 
a me come regista mi preoccuperebbe poco …il problema è quando mi dai da girare soltanto sceneggiature del piffero
 
si, anche quello; ma a quel punto un regista può fare poco, nel senso: se io da regista ho in mente quel film drammatico ed i produttori in questo periodo vogliono fare soltanto commedie,io regista ho poco da fare
 
la soluzione c’è: la produzione indipendente e c’è il corto
 
si però continuiamo a girare corti
 
a me è arrivata una voce a cui do credito: Fellini girava con gli incassi di Alvaro Vitali che faceva Pierino
 
si ma alla fine Fellini se lo sono dimenticato
 
no! …è lui che si è fatto dimenticare: i suoi ultimi film hanno rovinato la sua firma; un film come Ginger e Fred ci saremo vergognati di scriverlo e girarlo anche due illustri sconosciuti come me e te; era molto meglio un suo silenzio
 
…può essere